gustiberici meglio

 

4a edizione
 proposte sulla produzione tipica, sull'economia e il consumo consapevole dei BERICI
 meglioTIPICO, BIOLOGICO, LOCALE ... E SOLIDALE
 agri-cultura:
storie di terra, i produttori si raccontano
18 e 19 Settembre 2010
 Palazzo Rosso, Ponte di Lumignano, Comune di Longare - VI
 

GUSTI BERICI, manifestazione giunta alla sua quarta edizione, avrà luogo nella splendida cornice di Palazzo Rosso a Longare sabato 18 e domenica 19 settembre.

L’iniziativa è organizzata dall’Associazione EQuiStiamo, grazie alla disponibilità volontaria dei suoi soci maturata con le esperienze del GAS, la promozione della produzione biologica, l’attenzione ai prodotti locali e al tema della bio-diversità.

La manifestazione si avvale della collaborazione della Cooperativa sociale I Berici e dell’Associazione Lago e Valli di Fimon, della Pro-loco di Longare, del Circolo FestAmbiente di Vicenza e di Veneto Agricoltura; del patrocinio dei Comuni di Longare, Arcugnano, Castegnero, Nanto, Barbarano, Montegalda, Montegaldella e Orgiano, del Comune di Vicenza e del Patto Territoriale Area Berica; del contributo della Banca del Centro Veneto, di Banca Popolare Etica, di Coldiretti, oltre all’ospitalità di Palazzo Rosso Farm.

A fronte di modelli di produzione e di consumo lontani dal territorio e dalla cultura locale, che dimenticano il valore della biodiversità, Gusti Berici si propone di:

  • organizzare un momento di confronto, elaborazione e generazione di proposte concrete sui temi del rapporto città-campagna, della produzione locale in funzione di un consumo locale, di una fruizione consapevole del patrimonio territoriale, storico, culturale e paesaggistico;
  • favorire momenti di incontro e dialogo fra cittadini (singoli o organizzati in associazioni, Gruppi di Acquisto Solidale, movimenti), produttori locali (contadini, trasformatori, artigiani) e istituzioni (amministratori locali, rappresentanti di associazioni di categoria, attori economici);
  • far conoscere e apprezzare i prodotti tipici, biologici, locali e solidali, anche tramite semplici laboratori di analisi sensoriale;
  • responsabilizzare verso modalità di consumo e stili di vita consapevoli, orientati alla ricerca di un reale "ben-essere" della persona e della collettività;
  • diffondere buone pratiche di risparmio energetico e favorire una informazione corretta sulle fonti energetiche rinnovabili.

Questa edizione avrà come tema centrale l’Agri-cultura, perchè quella della terra è “cultura vera”:

  • conoscenza della natura, tramite l’esperienza personale e la sperimentazione;
  • saper fare: lavoro, produzioni e prodotti, tecniche e tecnologie;
  • cultura orale e spirituale, sapienza interpretativa del lavoro e della vita;
  • vita sociale e relazionale a dimensione locale e comunitaria.

Il programma della manifestazione prevede:

  • la mostra-mercato dei produttori tipici e biologici dell’area Berica;
  • una area espositiva dedicata a chi offre soluzioni per il risparmio energetico e le energie rinnovabili;
  • due passeggiate nei colli, con esperti accompagnatori, alla scoperta della filiera “colta”;
  • laboratori esperienziali e sensoriali per grandi e piccoli;
  • convegni, dibattiti e “incursioni” artistiche, musicali e teatrali.
  • momenti conviviali al Magasìn, dove si potranno gustare piatti tipici e biologici.

Approfondimento tematico

Le difficoltà del modello agricolo, controllato dalla grande distribuzione o da molteplici intermediari tra produttore e consumatore, sono sotto gli occhi di tutti.
Nonostante il grande impegno e gli sforzi dei produttori agricoli, il settore è fortemente in sofferenza, i costi non sono remunerati adeguatamente anche dove si fa l’uso di manodopera in nero.
In un tale contesto, la via di uscita intrapresa è stata quella di cercare di aumentare le rese per ettaro, o per allevamento; quindi con l’utilizzo di varietà non necessariamente migliori dal punto di vista della qualità, ma che rendevano molto in termini di quantità, con il conseguente uso massiccio di pesticidi e diserbanti, di allevamenti super intensivi, ecc.

Però anche questo non ha dimostrato di essere una politica vincente, anzi.

Vi è un approccio diverso che sta prendendo piede in varie parti del mondo che riporta al centro il produttore agricolo, con la sua arte che Domenico Dal Sasso, figlio di contadini e per anni responsabile dell’Ufficio stampa di Coldiretti, nel suo libro chiama AGRI-CULTURA.

Una cultura che nei secoli, ha saputo difendere e abbellire il territorio, come tutti possiamo ancora oggi ammirare facendo un giro nelle nostre campagne, tramandare le conoscenze scientifiche e tecniche che ci permettono oggi di beneficiare di tanti prodotti della terra e degli animali.

Uno sviluppo dunque che riparta dalla AGRI-CULTURA con una rivoluzione di impostazione che vede il produttore non solo come produttore di beni, ma anche scambiatore di conoscenze e saperi. Non è un caso che le Aziende Agricole didattiche si stiano affermando ovunque. Poi va ricordato che le nuove leve nei campi sono spesso diplomati o laureati in agraria.

Un approccio che apre ai Farmer Market, i mercati dove i produttori agricoli vendono direttamente i loro prodotti, eliminando dispendiose filiere lunghe; ai GAS, i Gruppi di Acquisto Solidale, che in più famiglie si organizzano per andare a comprare, direttamente dal produttore, i beni e poi distribuirseli fra loro; allo sviluppo dei presidi produttivi per valorizzare le ricchezze che ogni territorio dispone, ricordiamo l’importante operazione culturale di Slow Food che in questo senso ha svolto, valorizzando centinaia di prodotti agricoli e animali da allevamento locali che stavano scomparendo e che ora hanno un mercato, proprio perché rappresentano una specialità legata al territorio di origine.

I consumatori hanno iniziato ad apprezzare e a preferire i prodotti a Km zero.

E sono sempre di più i contadini che stanno ritornando a far produrre i loro campi in maniera biologica, un sforzo fatto di conoscenze, di competenze e di lavoro il cui beneficio va al di là della bontà dei beni che produce, perché è grazie alla loro AGRI-CULTURA che in qualche modo ci riportano tutti a fare i conti con il ciclo universale della vita.

E’ di AGRI-CULTURA che tratterà la quarta edizione di GUSTI BERICI, la manifestazione che si terrà il 18 e 19 settembre a Palazzo Rosso di Longare. Per il programma dettagliato vedi locandina.

Dal libro di Domenico Dal Sasso: “AGRI-CULTURA il senso originario e più corretto di agricoltura”

La parola Agri-cultura esprime il senso originario e più corretto di agricoltura.
Lo stretto legame tra il “campo”, agro, e la cultura è mantenuto nella lingua francese che ha la parola Agriculture, e ugualmente avviene nella medesima parola della lingua inglese Agriculture, mentre questo legame è stato perso nella parola italiana Agricoltura. Dove la cultura è staccata dalla realtà dell’agro, del campo, sebbene derivi dalla stessa radice latina colere che significa proprio coltivare. Ma Cicerone traspose la coltivazione dai campi alla mente, alla persona, e nella lingua italiana ciò è diventato poi la cultura, e la coltivazione dei campi semplicemente coltura. Tra cultura e coltura ne è nata una separazione, e nella storia una contrapposizione. (Introduzione)

Cultura tecnica e verità umane e spirituali.
Il francese Saint-Exupéry ha scritto in Terra degli uomini:
“La terra ci fornisce, sul nostro conto, più insegnamenti di tutti i libri, perché ci oppone resistenza. Misurandosi con l’ostacolo l’uomo scopre se stesso, ma per riuscirvi gli occorre uno strumento, gli occorre una pialla, un aratro. Il contadino, nell’arare, strappa a poco a poco alcuni segreti alla natura, e la verità ch’egli estrae è universale”. (pag 100)
Egli, sorprendentemente, prosegue con queste parole:
“Non diversamente l’aeroplano, strumento delle vie aeree, coinvolge l’uomo in tutti gli antichi problemi”.
Il paragone scelto da Sain-Exupéry tra il volo e l’aratura è uno straordinario riconoscimento del valore culturale del lavoro agricolo, che con lo strumento non certo leggero qual è l’aratro scava ed estrae verità universali. Le verità che il contadino scopre sono certamente le conoscenze tecniche e biologiche, così come quelle dell’aviatore sono meccaniche e astronomiche; ma, per l’uno e per l’altro, sono soprattutto verità spirituali, che accumulate da generazioni dopo generazioni hanno alimentato la civiltà umana. Facendo della Terra, la Terra degli uomini. (pag 123)

La cultura nel paesaggio.
Il più bel libro del mondo è quello scritto sulla terra, direttamente sul terreno. Un numero infinito di amanuensi nel corso dei secoli, i coltivatori con i loro attrezzi, coadiuvati nelle fatiche maggiori dal tiro degli animali, hanno tracciato infinite volte le linee dei solchi, seminato e mietuto, disegnando alla terra i colori; hanno potato le viti, assolcate le acque, curate le macchie boschive, realizzate le case, i mulini, i sentieri e le strade. Hanno creato i paesaggi. (pag 72)

La cultura dei prodotti (l’olio).
L’olio dei nostri luoghi assorbe gli umori della terra veneta, che le radici carpiscono agli elementi minerali e all’humus; ha in sé la luce degli azzurri tenui, assorbiti dalle foglie lucide e felpate dell’olivo; ha la piacevolezza delle temperature che non eccedono mai verso l’alto, né verso il freddo; ha l’umore degli uomini che lo coltivano e che alla vicinanza di queste piante respirano la pazienza della storia. (pag 48)

Un apporto alla pace.
Le campagne curate dall’attività agricola hanno una veste di festa, adatta alle celebrazioni, perché i raccolti avvenuti, e quelli vicini – e tra questi la vendemmia – sono le celebrazioni della terra feconda. È una celebrazione di pace, perché la terra dà frutto se la si lavora e si ha per essa il rispetto delle sue forze, dei suoi tempi, e le si mostra la pazienza dell’attesa per il tempo necessario al compiersi dei cicli naturali. Dal rispetto e dalla giustizia dei rapporti, anche tra uomo e natura, consegue la pace. Che non sempre è scontata. (pag 152)